La sfida della digitalizzazione. A Circular Medical Expo un convegno coordinato dal prof. Walter Ricciardi

Sarà il prof. Walter Ricciardi, Professore Ordinario d’Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e già Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, a coordinare uno dei convegni di Circular Medical Expo dal titolo “Navigare la complessità nell’ospedale del futuro: focus digitale”.

Circular Medical Expo è la fiera internazionale dedicata ai temi della salute globale organizzata da Venicepromex. in collaborazione con Padova Hall, in programma alla Fiera di Padova il 3 e 4 dicembre 2024.

Mercoledì 4 dicembre dalle 15 alle 17 il prof. Ricciardi con il contributo di ospiti di alto profilo, approfondirà le principali sfide e opportunità legate alla digitalizzazione della sanità, un tema cruciale per il miglioramento dei sistemi sanitari in Italia e in Europa. Dall’implementazione di tecnologie avanzate alla gestione dei dati, il convegno si propone di offrire una visione concreta su come trasformare le difficoltà attuali in opportunità, promuovendo una sanità più accessibile, efficiente e interconnessa.

Interverranno: Dott. Giorgio Moretti – Fondatore e Consigliere d’Amministrazione del Gruppo Dedalus su Sistemi informativi e di supporto alle decisioni. Come l’info telematica abilita la rivoluzione clinica nel terzo millennio; Prof. Carlo Favaretti – Segretario Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina – Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma su Leadership e management per l’ospedale del futuro; Prof. Mauro Conti – Presidente del corso di laurea magistrale in Cybersecurity dell’Università di Padova su Cybersecurity e AI: Rischi e Opportunità in Ambito Sanitario

Ad anticipare il convegno sarà la lectio magistralis del Dott. Domenico Mantoan, Direttore Generale Agenas dal titolo “Il ruolo di Agenas nell’innovazione tecnologica”.

L’intervista che segue anticipa alcuni dei temi centrali che verranno affrontati durante il convegno, delineando il ruolo della tecnologia nel ridefinire il rapporto tra pazienti, operatori e istituzioni sanitarie, oltre a sottolineare l’urgenza di una collaborazione globale per una salute realmente “circolare”.

A Circular Medical Expo coordinerà il convegno NAVIGARE LA COMPLESSITÀ NELL’OSPEDALE DEL FUTURO FOCUS DIGITALE. Quali sono, a suo avviso, le principali sfide che la sanità italiana deve affrontare nei prossimi anni per raggiungere un’efficace implementazione delle tecnologie digitali su larga scala?
“E’ una simmetria tra quello che oggi ci offre la tecnologia e quello che sta succedendo nella sanità italiana, che vive una crisi strutturale per mancanza di finanziamenti e personale. La sessione vuole proprio sottolineare quali sono le opportunità che la tecnologia oggi ci dà e come, in generale l’Europa, ma in particolare l’Italia sta rimanendo indietro. Questo è un grave danno per i cittadini che non accedono più a servizi ad alto valore sia qualitativo che tecnologico. Lo sforzo sarà proprio quello di cercare di fornire ai partecipanti informazioni e indicazioni tali per non rimanere indietro”.

 

Quali sono i paesi che stanno offrendo esempi positivi in tal senso?
“In questo momento sono soprattutto nell’Emisfero Australe, Asia e Pacifico. Abbiamo esempi virtuosi in Australia, India, Arabia Saudita, Singapore. E’ l’Europa che sta rimanendo indietro perché la sanità digitale ha bisogno di dati per essere alimentata. Quello che l’Europa ha scelto è un’eccessiva protezione della privacy dei dati, che naturalmente sta facendo fare ad altri passi da gigante, per non parlare della Cina che sappiamo che si sta muovendo anche in questa direzione. Per la prima volta l’Occidente corre il rischio di rimanere indietro su innovazioni chiave”.

 

In che modo ritiene che il passaggio a sistemi digitalizzati possa migliorare il rapporto tra pazienti e operatori sanitari?
“La carenza degli operatori e lo stress che vivono è evidente. Quello che le tecnologie possono dare in altri paesi, soprattutto quelli che hanno aree molto lontane e popolazione intensa, è dare servizi dove servizi non ci sarebbero. Questo problema si sta cominciando a porre anche da noi, nelle aree interne e più rurali. C’è un’impossibilità da parte dei cittadini di accedere ai servizi. La tecnologia digitale può compensare proprio questi problemi”.

 

La digitalizzazione della sanità implica una trasformazione anche culturale per il personale medico e sanitario. Quali sono le strategie più efficaci per superare eventuali resistenze al cambiamento?
“L’informazione e la formazione. Fare capire che questo è un processo ineluttabile e far capire che l’uomo deve guidarlo, anziché essere schiavizzato o marginalizzato. Sappiamo che l’intelligenza artificiale sta già arrivando in numerosissimi settori produttivi per cui è un processo che va gestito e il personale va formato e informato”.

 

L’interconnessione tra i sistemi informativi è un tema centrale nella digitalizzazione della sanità. Quali passi concreti devono essere fatti per garantire un’integrazione efficace tra le diverse piattaforme sanitarie?
“E’ una volontà politica e poi una capacità gestionale. Quello che succede in Italia è che non abbiamo sistemi omogenei neanche all’interno della stessa regione e, molto spesso, neanche all’interno della stessa ASL. Questa frammentazione esasperata non consente l’utilizzazione ottimale dei dati, soprattutto per le prestazioni da dare ai pazienti. E’ veramente una rivoluzione che dobbiamo fare partire dalle piccole cose, cioè dal fatto di avere uno standard comune almeno in tutta Europa”.

 

Quanto ritiene che l’intelligenza artificiale possa incidere sulla personalizzazione dei percorsi di cura e sulla gestione delle risorse ospedaliere nel futuro?
“Moltissimo. Un tempo pensavo che non ci sarebbe stata sostituzione dell’uomo da parte dell’intelligenza artificiale, invece oggi non lo penso più. Penso che tutte le organizzazioni che non utilizzano l’intelligenza artificiale verranno sostituite da organizzazioni che la utilizzano. In questa evoluzione tecnologica i mesi sono anni, da un anno all’altro cambia radicalmente la capacità di calcolo e la capacità di produzione di dati da parte dell’intelligenza artificiale. E’ veramente una rivoluzione di cui la gran parte della gente e degli operatori non è neanche minimamente consapevole”.

 

La gestione della pandemia da Covid-19 cosa ci ha insegnato riguardo l’importanza della trasformazione digitale in sanità, e come possiamo capitalizzare su queste lezioni per il futuro?
“Ci ha insegnato, a livello globale, che i paesi che hanno utilizzato tecnologie digitali hanno gestito meglio la sanità. Pensiamo a Corea del Sud, Australia, Cina, sono paesi che avevano già vissuto la SARS e sono stati pronti ad adottare tecnologie all’avanguardia per cercare di controllare l’infezione. Una pandemia si previene e si controlla non con le tecnologie digitali, ma con i tradizionali sistemi di contenimento e di mitigazione delle epidemie, ma mi pare che la pandemia ci abbia insegnato molto, ma abbiamo già scordato”.

 

Un evento come Circular Medical Expo che tipo di contributo può offrire all’innovazione nel settore biomedico e come può facilitare la collaborazione tra ricerca, industria e istituzioni sanitarie?
“E’ uno dei primi eventi in Italia che si occupa di mettere in connessione tutti questi stakeholder ed è molto importante perché, in Italia e in Europa, non c’è consapevolezza di quanto stiamo rimanendo indietro. E’ molto importante che questi attori ne siano consapevoli e questo nostro convegno vuole alimentare proprio questa consapevolezza”.

 

Salute circolare e globale non devono essere solo miraggi ma obiettivi concreti: quali strategie e interventi ritiene fondamentali per perseguirli in maniera efficace?
“C’è la consapevolezza che oggi la salute è planetaria, non ci può essere salute umana se non c’è salute animale e salute ambientale. La crisi climatica ce lo sta dimostrando tutti i giorni. Credo che lo sforzo debba essere quello di inquadrare le tecnologie in questo concetto globale di salute planetaria e quindi tutelare la salute di tutti, avvalendosi anche delle tecnologie”.