L’inutile immobilismo del Governo sul Payback

Tutto come previsto. Rinvio dopo rinvio, il Governo ha deciso di non decidere e quindi, invece di cercare una soluzione ragionevole e condivisa per il Payback, dovrà difendere questo meccanismo, a dir poco assurdo, di fronte alla Corte Costituzionale.

Complimenti.

Nel frattempo l’impatto del Payback sulle Aziende Biomedicali in generale, e sulle PMI in particolare, è già stato devastante. Basta parlare con gli addetti ai lavori per rendersi conto dell’enorme danno provocato.

Anche i risultati di una indagine condotta da Confindustria Dispositivi Medici su 137 Aziende del settore, pubblicati da “Il Sole 24 Ore” del 21 novembre, attestano la perdita di fiducia del Settore.

D’altra parte, un provvedimento che per ripianare gli extra-deficit regionali chiede la di restituzione di parte del fatturato per forniture fatte molti anni prima, peraltro sulla base di regolari contratti di appalto, è francamente incomprensibile per noi Italiani, figuriamoci per i vertici di una Multinazionale.

Meno male che il TAR del Lazio ha sollevato la questione di legittimità costituzionale perché le scelte legislative “potrebbero risultare irragionevoli sotto molteplici profili”.

E il Governo cosa fa? Non affronta il problema e rinvia, infischiandosene delle conseguenze di questo clima di assurda incertezza.

Sembra un incubo ed invece è la triste realtà e quando sarà finita, comunque vada, ci troveremo a contare i danni in termini di licenziamenti, cassa integrazione e calo degli investimenti esteri, con l’aggravante di dover ricostruire la fiducia persa.

Bel disastro.

 

Editoriale di Alberto Nicolini