Payback, una storia infinita (e triste)

Nel momento in cui pubblichiamo questo breve editoriale sul fronte del Payback, la cui ultima proroga è scaduta il 31 ottobre, registriamo un assordante silenzio del Governo.

In Parlamento dovrebbe essere in discussione una ulteriore proroga al 31 dicembre 2023, che vorrebbe dire un altro giro di “garrota” per gli imprenditori del biomedicale (cfr ns. interventi sul tema del 4/8 e del 8/5/2023).

Comunque, proroga o non proroga, l’Esecutivo non è intervenuto e quindi dovranno decidere i Tribunali.

Su questo fronte molte Aziende hanno già ottenuto la sospensiva dei provvedimenti con cui le Regioni avevano chiesto il Payback, e questo è un segnale che dovrebbe far riflettere il Governo, che decidendo di non decidere lascia tutto il settore nell’incertezza.

Su questo giornale abbiamo già sottolineato più volte che le Aziende devono essere messe in condizione di pianificare il loro futuro e che questa situazione, inevitabilmente, le allontana dal nostro Paese.

Non si tratta solo una questione “economica”. Sono le Imprese del biomedicale che con i loro dispositivi medici consentono agli Ospedali di funzionare e che, grazie a continui investimenti per l’innovazione, consentono ai Medici di curare meglio i pazienti, cioè tutti noi.

Molte di quelle Imprese sono grandi multinazionali che hanno scelto di produrre in Italia ma che ora, a causa di questa assurda mancanza di certezze, sono spinte a spostare una quota maggiore dei loro investimenti altrove nel Mondo.

Lo abbiamo già scritto e non ci stancheremo mai di ripeterlo con forza: stiamo assistendo ad un disastro annunciato che le eventuali sentenze a favore non potranno certo rimediare.

Ha un senso tutto ciò?

Che tristezza.

 

Editoriale di Alberto Nicolini