Circular Medical Expo, prof. Tortora: “A Padova un’importante occasione di confronto su innovazione e medicina digitale per la salute globale”

A Circular Medical Expo, in programma il 3 e 4 dicembre a Padova Fiere, Giampaolo Tortora, Professore Ordinario di Oncologia Medica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del Cancer Center del Policlinico Gemelli IRCCS di Roma, coordinerà la tavola rotonda dal titolo “Innovazione e Medicina Digitale nelle Cure e nella Salute Globale: Opportunità e Sfide”.

L’evento vedrà la partecipazione di figure autorevoli nel campo della salute e dell’innovazione tecnologica, ciascuna con un intervento su temi cruciali per il futuro della medicina. Tra i relatori ci saranno il Prof. Robert Giovanni Nisticò, Presidente di AIFA, che discuterà “Scenari globali e innovazione nello sviluppo di farmaci e vaccini”; il Prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, con una riflessione su “Medicina di domani: solo per qualcuno o per tutti?”; l’Ing. Giovanni Arcuri, Direttore ICT e Innovazione del Policlinico Gemelli IRCCS, che affronterà il tema dei “Big data e il futuro digitale della Medicina e delle Industrie della Salute”; e l’Ammiraglio Gianluca Galasso, Direttore Operazioni dell’Agenzia Cybersicurezza Nazionale, con un intervento dedicato a “Cybersecurity e sfide nella salute globale”.

Nell’intervista che segue il professor Tortora esplora alcuni dei temi centrali del convegno, offrendo la sua visione sull’equilibrio tra innovazione e umanizzazione delle cure, il ruolo dell’intelligenza artificiale nella ricerca oncologica e le sfide legate alla gestione e sicurezza dei dati in ambito sanitario.

Professore, nella “due giorni” di Padova la medicina circolare sarà il perno attorno a cui ruoteranno diversi momenti di approfondimento. Perché un evento interamente dedicato a questo approccio nei confronti della salute globale?
Oggi non possiamo più considerare il mondo in cui viviamo come segmentato: è evidente che ogni nostro comportamento ha conseguenze sull’ambiente circostante, che si riflettono sulla nostra salute e sulla qualità della nostra vita. Un tema quotidiano è quello dell’inquinamento e dell’alimentazione, che influenzano profondamente la nostra salute. Il concetto di circolarità rappresenta un principio fondamentale per la nostra società, sia attuale che futura, e non possiamo più ignorarlo. È essenziale che tutte le nostre azioni e gli investimenti in ambito sanitario tengano conto di questa prospettiva circolare e un evento come questo di Padova rappresenta un importante occasione di incontro e scambio su questi temi.

Come vede l’integrazione tra innovazione digitale e medicina tradizionale nei prossimi anni?
L’innovazione che stiamo vivendo è straordinaria e non si limita alla tecnologia. La trasformazione digitale consente una raccolta massiva di dati, che può essere utilizzata grazie alle potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale. La medicina digitale offre già oggi nuove opportunità per la cura e la salute globale. Ad esempio, l’uso dei big data permette di estrapolare informazioni utili a comprendere le tendenze dei pazienti. Sono stati sviluppati sistemi di alert basati su bot che monitorano costantemente i dati dei pazienti, sia in ospedale che a distanza, intercettando alterazioni in tempo reale. Abbiamo creato ad esempio sistemi capaci di anticipare lo scompenso cardiaco in alcuni pazienti e questa rappresenta solo una delle tante applicazioni. La tecnologia dei digital twins, ovvero copie digitali dei pazienti, permette di condurre sperimentazioni cliniche simulate senza intervenire direttamente sui pazienti, riducendo così i rischi. Tuttavia, con queste innovazioni emergono anche diversi rischi, come il pericolo di hacking: i dati sanitari sono preziosi e possono attirare il crimine, con possibili ripercussioni su assicurazioni e mutui. Proprio per questo, il direttore delle operazioni dell’Agenzia Nazionale della Cybersecurity terrà una relazione sui rischi legati alla sicurezza dei dati sanitari. In sostanza, l’innovazione corre, ma allo stesso tempo i rischi aumentano, così come le potenziali discriminazioni e disuguaglianze nell’accesso a queste tecnologie. Nel corso del convegno di due giorni affronteremo queste questioni, che saranno anche al centro della tavola rotonda che coordino.”

Queste nuove tecnologie potranno aiutare a ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure a livello globale? Come possiamo garantire che le innovazioni siano distribuite equamente?
Queste tecnologie dovrebbero rappresentare un passo avanti, ma se l’innovazione è vista solo come un vantaggio per i paesi più sviluppati e non c’è un adeguato sistema di condivisione globale, si rischia di aumentare le disuguaglianze. Stiamo lavorando proprio per cercare questo equilibrio: è un tema centrale che richiede uno sforzo di condivisione e la volontà di creare un sistema globale in cui tutti possano beneficiare di queste innovazioni. Senza un approccio condiviso, il rischio di disuguaglianze non si riduce, anzi cresce.

Considerando il ruolo cruciale della ricerca oncologica nella medicina moderna, quali opportunità vede nell’utilizzo di tecnologie digitali avanzate, come l’intelligenza artificiale, nella diagnosi e nel trattamento del cancro?
Le tecnologie digitali avanzate possono accelerare i tempi di diagnosi, permettendo un anticipo diagnostico che consente di intervenire con trattamenti locali anziché ricorrere a cure sistemiche. Questo si traduce in un impatto maggiore sulla malattia, con trattamenti più efficaci e innovativi che, a loro volta, aprono la strada a nuove terapie. Queste tecnologie, quindi, influenzano sia l’ambito diagnostico sia l’approccio terapeutico. Grazie allo sviluppo dei digital twins, o avatar digitali dei pazienti, è possibile accelerare la sperimentazione clinica senza esporre direttamente le persone a rischi di tossicità nella fase di sviluppo del farmaco. Inoltre, i sistemi digitali permettono di anticipare, anche in vitro, ciò che oggi è possibile verificare solo sul paziente.

Come si può bilanciare il bisogno di innovazione con l’importanza di mantenere l’aspetto umano della cura? Quale sarà il ruolo delle competenze umane nel futuro della medicina digitale?
Le competenze umane saranno fondamentali per la governance di questi processi. Il rischio più grande è rinunciare a una governance strutturata e condivisa, il che sarebbe estremamente pericoloso. L’Europa, e l’Italia in particolare, stanno lavorando per disciplinare e regolamentare questi aspetti, essendo il nostro l’unico continente ad essersi posto il problema in modo così approfondito. Sono convinto che la governance umana sia imprescindibile: le macchine possono fare molto dal punto di vista tecnico, ma non possiamo permettere che venga perso il controllo, la direzione e l’umanizzazione dell’innovazione e delle cure. Almeno per ora, le macchine non sono in grado di erogare questo aspetto umano.