Biomed Device: dispositivi innovativi per la medicina rigenerativa

Biomed Device è un’ azienda dedicata al settore della medicina rigenerativa, con un forte focus sul Plasma Ricco di Piastrine (PRP). Abbiamo intervistato Marco Bertoni, Amministratore Unico dell’azienda, per esplorare il loro percorso.

Qual è il vostro core business?

Al cuore di Biomed Device c’è un impegno verso la rigenerazione dei tessuti. In modo distintivo, è una tra le poche aziende globali con una linea di prodotti PRP completa. L’offerta spazia dai dispositivi di raccolta del PRP, che variano dal sistema più semplice a quelli completamente chiusi.

Quali sono gli ambiti di applicazione dei vostri prodotti?

Qesta gamma di prodotti abbraccia una serie di applicazioni in diversi contesti clinici, tra cui l’ortopedia, l’oftalmologia, l’estetica e altri, presentando diverse formulazioni (liquido, spray, gel). Per completare l’ampia offerta PRP sono messe a disposizione soluzioni uniche ed efficaci per l’aliquotazione, la dispensazione, la sicura e convalidata conservazione, nonché il congelamento del prodotto raccolto. I dispositivi PRP sviluppati da Biomed Device trovano impiego anche in ambiti quali la rigenerazione della superficie corneale in oftalmologia, la guarigione delle ferite in casi difficili come piaghe da decubito, ulcere e piede diabetico, l’ortopedia e persino l’estetica, per il ringiovanimento dei tessuti. Inoltre, tali dispositivi giocano un ruolo essenziale nella medicina sportiva, contribuendo a una più rapida ripresa dopo lesioni muscolari, tendinee ed ossee.

Qual è il vostro target di riferimento?

Biomed Device è l’unico proprietario dei prodotti che vende. Il lavoro include lo sviluppo di oltre venti brevetti di proprietà, che vengono perfezionati quindi resi disponibili per la vendita. Adottano un approccio olistico, partendo dalla concezione e dal design fino alla vendita finale dei prodotti, un aspetto unico della nostra impresa. La clientela principale di Biomed Device è costituita da istituzioni pubbliche e ospedali, soprattutto quelli dei centri più importanti e delle università, che impiegano diverse componenti dei sistemi relativi al PRP per la sua raccolta, la produzione, l’aliquotazione, la dispensazione e la conservazione. Sebbene la presenza nel settore privato sia limitata, essa viene soddisfatta attraverso i distributori locali. Ma non ci fermiamo qui, stiamo espandendo il nostro mercato in tutto il mondo, operando attivamente in Asia, Sudafrica, America Latina (compresi Argentina e Cile), Canada e in diversi paesi dell’Estremo Oriente, nonché nella penisola araba, a Dubai e in Qatar. Questo perché i prodotti si rivolgono a mercati diversi; ad esempio, in Cile è più forte nell’ortopedia, mentre in altre regioni prevale l’oftalmologia. Ciò che stiamo attivamente cercando ora sono distributori solidi, partner in Europa così come in regioni ancora inesplorate.

Qual è la vostra struttura aziendale?

Abbiamo la nostra base produttiva nel distretto di Mirandola e impieghiamo attualmente tredici persone. Questi membri del team sono principalmente concentrati nella sede di Modena, dove sovraintendono il controllo di qualità del prodotto della produzione, della vendita e la gestione aziendale generale. Nonostante siamo produttori, non realizzano fisicamente il prodotto: la maggior parte dei componenti proviene e viene generata su indicazione e specifiche uniche da grandi aziende situate nel Mirandolese.

C’è un ambito di innovazione che vi caratterizza rispetto ad altre realtà?

Un aspetto unico che ci contraddistingue, riscontrato in pochissime aziende in tutto il mondo, è il ruolo nell’oftalmologia: disponiamo di un device che consente di produrre e dispensare un autoserum ai pazienti affetti da complesse ma frequenti patologie oculari, come la sindrome di Sjögren e la Sicca Sindrome (nota come sindrome dell’occhio secco) una malattia infiammatoria cronica autoimmune. Questo autoserum, derivato dal sangue del paziente, produce due tipi di colliri (autosiero e/o siero di PRP) capaci di ripristinare la condizione naturale della cornea, della superficie oculare e della membrana corneale

Come si è sviluppata la vostra azienda nel corso degli anni?

Ho fondato Biomed Decide nel 2006 intraprendendo il percorso con solamente una segretaria e un ufficio in affitto. In seguito ho cominciato a sviluppare prototipi, gestire i costi, ottenere brevetti e certificazioni. Nel 2009 abbiamo certificato con successo i primi prodotti, tra cui sacche per la conservazione delle cellule staminali, ancora oggi distribuite a livello globale. Nel 2009 abbiamo concluso la prima vendita di prodotti, per un totale di 50.000 euro. Nel 2010 ho assunto il primo dipendente e nel 2013 la svolta: l’espansione nel settore delle vendite e del controllo di qualità. Oggi Biomed è localizzata in uno spazio di 1.200 metri quadrati e ci sono appunto tredici dipendenti. In termini di mercato globale, invece, recentemente è stata ampliata la presenza in Canada, grazie all’acquisizione di una certificazione simile al marchio FDA.

Qual è il vostro prossimo obiettivo?

Completare la documentazione per accedere al vasto mercato degli Stati Uniti, che offre un enorme potenziale di sviluppo.