Payback, proroga al 31 ottobre: un altro giro di “garrota” per gli imprenditori del biomedicale

Qualche mese fa pubblicammo un editoriale che definiva il payback la “garrota” per gli imprenditori del biomedicale. Un supplizio come quello usato fino al 1975 in Spagna per le esecuzioni capitali. Una crudeltà assoluta che uccideva i condannati soffocandoli lentamente, un giro di vite dopo l’altro.

E’ notizia di questi giorni l’ulteriore proroga dal 31 luglio al 31 ottobre della scadenza di pagamento del famigerato payback. In apparenza sembra una buona notizia ma a pensarci bene potrebbe essere solo l’ennesimo giro di garrota perché gli imprenditori sono costretti a soffrire nell’incertezza ancora qualche mese. E poi?

La condanna rimarrà oppure no? Il Governo, ed in particolare il Ministro Giorgetti, sarà in grado di prendere l’unica decisione sensata, vale a dire l’abrogazione del payback? Sono mesi che rinvia, un giro di garrota dopo l’altro.

Gli Imprenditori devono pianificare lo sviluppo delle proprie aziende in un settore, come quello legato alla salute dei cittadini cui appartiene il biomedicale, che, a detta dello stesso Governo, è di importanza strategica per il futuro del Paese. Un evidente caso di sdoppiamento di personalità: dr. Jeckyl o mr. Hyde?

I piani industriali delle grandi aziende multinazionali del settore dovranno tenere conto di questo clima di assurda incertezza e quindi ci ritroveremo con i loro investimenti destinati altrove nel Mondo. Un disastro annunciato.

Temo che dovremo attendere che siano le sentenze di evidente illegittimità del payback pronunciate dai Tribunali a risolvere la questione nei prossimi anni.

Nel frattempo, spenderemo inutilmente altri soldi per cause e ricorsi, perderemo aziende e posti di lavoro qualificati, confermando la nostra (pessima) reputazione di paese inaffidabile, guidato da una classe dirigente inadeguata.

Alla garrota, purtroppo, non ci sono solo gli Imprenditori del biomedicale, c’è l’Italia.

 

Editoriale
di Alberto Nicolini