Slitta al 31 luglio il termine per il pagamento del payback

Continua per le aziende di dispositivi medici l’agonia legata al payback. Slitta infatti di un mese il termine per il pagamento che passa così dal 30 giugno al 31 luglio 2023. Lo prevede un emendamento al dl Inps, all’esame della Commissione Bilancio della Camera. Il problema però resta irrisolto.

Entro la fine di luglio, se non verranno presi nuovi provvedimenti, le aziende dovranno versare le somme dovute per il payback (1.085 milioni di euro, ovvero la meta’ dello sforamento complessivo).
Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, intervenendo questa mattina alla Camera per rispondere a un’interpellanza ha precisato che “Il Governo si impegna a elaborare una nuova disciplina per la gestione dei payback dei dispositivi medici e nelle more dell’adozione di tale disciplina, che coinvolge, ovviamente, ambiti anche contabili di competenza regionale e che, quindi, dovrà essere emanata di concerto con tutte le Regioni interessate. E’ necessario quindi un tavolo di concertazione e la possibilità di modificare la disciplina vigente, di concerto con l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, le singole Regioni e i Ministeri interessati, proprio nell’ottica di garantire alle imprese quell’ossigeno di cui hanno bisogno. Sempre nella stessa ottica, la proposta emendativa presentata, che verrà posta in votazione nella giornata di lunedì nelle Commissioni congiunte I e V, prevede la proroga dal 30 giugno al 31 luglio del termine per effettuare il versamento alle Regioni da parte delle aziende fornitrici”.
Sono oltre 1.400 le aziende e 190mila i posti di lavoro che potrebbero essere a rischio per colpa della richiesta di payback sui dispositivi medici. È quanto ha rilevato lo studio di Nomisma, commissionato da Pmi Sanità e Fifo Sanità Confcommercio, dal titolo “L’impatto del payback sulle imprese della filiera”. L’indagine ha interessato un campione di 4mila società attive in tutta Italia.